Due stralci da Irvin Yalom e Karey Horney sulla fiducia nel potenziale innato dell’individuo nel processo di realizzazione di sé.
Questa ‘fiducia’ di base nelle forze vitali e evolutive inerenti all’essere umano, libere e all’opera in ‘condizioni favorevoli’, cioè in un ambiente relazionale empatico e aperto, è un principio base di diversi approcci terapeutici e uno dei cardini della biodinamica craniosacrale.
“Quando stavo cercando la mia strada, giovane studente di psicoterapia, il libro più utile che ho letto è stato Nevrosi e sviluppo della personalità di Karen Horney. E il concetto più utile in quel libro è l’idea che l’essere umano possiede una propensione innata alla realizzazione di sé stesso. Se si rimuovono gli ostacoli, secondo la Horney, l’individuo si svilupperà fino a divenire un adulto maturo pienamente realizzato, proprio come una ghianda diventerà una quercia.
“Proprio come una ghianda diventerà una quercia…”
Che immagine meravigliosamente liberatoria e chiarificatrice! Ha cambiato per sempre il mio approccio alla psicoterapia, offrendomi una nuova visione del mio lavoro. Il mio compito era quello di rimuovere gli ostacoli che bloccavano la strada al mio paziente. Non dovevo essere io a compiere l’intero lavoro; non dovevo ispirare al paziente desiderio di crescere, curiosità, volontà, gusto per la vita, premura, fedeltà, o un’altra qualsiasi della miriade di caratteristiche che ci rendono pienamente umani. No, quello che dovevo fare era identificare e rimuovere gli ostacoli: il resto sarebbe venuto automaticamente, alimentato dalle forze di autorealizzazione insite nel paziente.”
Irvin D. Yalom (2001), Il dono della terapia
“Quali siano le condizioni in cui un bambino può svilupparsi, egli apprenderà in un modo o nell’altro alcune capacità dall’ambiente. Ma esistono in lui anche energie che egli non può acquisire e neppure accrescere mediante l’apprendimento. E’inutile – e non è d’altronde possibile – insegnare a una ghianda a svilupparsi in quercia poiché, non appena si presentino condizioni favorevoli, le sue instrinseche capacità potenziali si esplicheranno. Del pari, l’essere umano, purché gliene si presenti la possibilità, tende a sviluppare le proprie potenziali capacità umane. Egli manifesterà allora le particolari energie vitali del suo vero sé: la chiarezza e la profondità dei sentimenti, pensieri, desideri, interessi; la capacità di attingere alle proprie risorse, alla propria forza di volontà; le particolari abilità, i particolari talenti di cui può essere dotato; la facoltà di esprimersi e di avere rapporti con altri mediante la spontaneità dei propri sentimenti. Tutto ciò lo porta in grado, col tempo, di rendersi conto dei propri valori e dei propri scopi nell’esistenza. In breve, quest’individuo si svilupperà, senza sostanziali diversioni, fino a conseguire la realizzazione di se stesso.
Ecco perché mi riferisco qui al vero sé come a quella centrale, intima forza, comune a tutti gli esseri umani eppure unica in ciascuno, che è la profonda determinante dello sviluppo individuale.*
Solo l’individuo può sviluppare le sue capacità potenziali. Ma al pari di qualsiasi altro organismo vivente, l’individuo-uomo necessita di condizioni favorevoli per crescere “da ghianda a quercia”; ha bisogno di un’atmosfera di tenerezza che gli offra, oltre a un senso di sicurezza interiore, anche la libertà interiore di avere sentimenti e pensieri propri e di esprimerli.”
Karen Horney (1950), Nevrosi e sviluppo della personalità
*… sviluppo nel senso di una libera, sana estrinsecazione della personalità in armonia con le capacità potenziali di ogni natura individuale.
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